C’è una storiella che gira tra le eminenze grigie del Partito riguardo il fatto che se a Senigallia venisse candidata una panchina (dal Partito!) questa sarebbe sicuramente eletta.
Queste spigolature se fossero vere ci darebbero la misura di come la casta percepisce l’elettorato attivo a Senigallia: un gregge che supinamente aspetta solo di essere convinto e governato.
Ma questo per molti è solo complottismo perché in fondo se non voti il Piddì chi voti?
Senigallia Bene Comune è convinta che il tempo sia galantuomo e il lavoro fatto dalla nostra opposizione è ora sui maggiori organi di stampa locale. Il nostro impegno sulla mancata trasparenza a Senigallia sta venendo a ‘galla’ – verbo più che mai adatto riguardo la gestione delle piscina delle Saline.
Fare opposizione seria a Senigallia non è facile perché abbiamo di fronte un governo cattivo e arrogante nei modi, un approccio personalistico e dirigistico improntato sull’uomo solo al comando che ora (e speriamo mai più) è incarnato nel politico Mangialardi.
Nessun ascolto della base, nessun confronto, nessuna chiarezza nella gestione della cosa pubblica; aspetto che il ministero delle finanze ha scritto nero su bianco e che il sindaco sembra negare adducendo a “banali rilievi del MEF”.
Ora Senigallia Bene Comune sta raccogliendo i frutti dell’impegno del consigliere comunale Giorgio Sartini anche grazie al contributo di motivati cittadini che lo supportano in questa fase delicata della consiliatura.
Gli ultimi eventi ci stanno convincendo circa il fatto che la strada intrapresa sia quella giusta ma non possiamo negare l’amarezza che tutto questo poteva essere evitato semplicemente attraverso un voto diverso.
Non possiamo pensare che le cose si debbano risolvere solo nelle aule di tribunale o mediante blitz, ma occorre un percorso serio di consapevolezza da parte di tutti che un’alternativa al Piddì e alla pseudo sinistra a Senigallia esiste davvero.
Occorre determinazione e coraggio per cambiare le cose sia nelle piccole decisioni sia nelle grandi e la lista civica SBC sta lavorando per questo. Allora niente più panchine da candidare e nemmeno un ‘popolo bue’ da crescere.
Senigallia ha bisogno di un altro governo e non è certo questo: i fatti parlano.
Alla notizia dell’abbattimento degli alberiubicati vicino alla stazione su viale Bonopera si stanno registrando diverse reazioni da parte sia di singoli cittadini che di forze politiche. Anche a noi di Senigallia Bene Comune il discorso del verde urbano sta molto a cuore visto che la tutela ambientale era uno dei sei punti qualificanti il nostro programma.
Chi vuole altre informazioni, oltre a quanto riportato in questo articolo, può guardare il video che abbiamo realizzato:
Premesso che il verde presente in città è per lo più il risultato di interventi privi di una logica progettuale, stratificatisi nel tempo in maniera alquanto incoerente; che l’area in oggetto ha un valore molto basso da qualsiasi punto di vista lo si guardi (ecologico, funzionale, ornamentale, sociale) e che quindi non ci scandalizziamo della possibilità di una sua “sostituzione” con un’altra di maggior qualità come peraltro già auspicato nel Piano Strutturale del Verde; che i pini non sono tra le specie più adatte ad essere utilizzate in ambiente urbano e oltretutto, dicono gli esperti di valutazione di stabilità, sono difficilissimi da “leggere” con la semplice analisi visiva.
Tutto ciò premesso, per non essere scambiati per dei “giacobini” dell’ambiente (di quelli per intenderci che anni fa facevano i seat-in di protesta contro la potatura degli alberi) vorremmo evidenziare alcuni aspetti.
Senza entrare nel merito della relazione agronomica, come altri hanno fatto con argomentazioni difficili da dimostrare, una cosa va però detta. E cioè che, come previsto dal protocollo della Società Italiana di Arboricoltura che è il riferimento principale per l’analisi VTA (Visual Tree Assessment) essa avrebbe dovuto concludersi con giudizi individuali di stabilità, con tanto di prescrizioni su ogni singola pianta, e non con una sentenza sull’insieme dell’alberata. Tant’è che leggendo la relazione uno si aspetta di trovare la maggior parte delle piante fuori asse e con inclinazioni importanti e invece le piante con grandi inclinazioni del fusto sono pochissime. Ma tralasciando questo aspetto ciò che non è competenza del tecnico, e che quindi è totalmente inappropriato compaia nella relazione, è il riferimento all’”auspicato” parcheggio.
Il tecnico doveva dare un parere tecnico sulla stabilità degli alberi non se in quell’area poteva essere fatto un parcheggio, o un campo da tennis o qualsiasi altra cosa. Queste decisioni spettano alla politica.
E allora la gestione e la progettazione del verde e la qualità della vita dei cittadini che da esso deriva è la vera questione. Non tanto se vengono rimosse piante messe a dimora decenni fa con sesti di impianto assurdi. Qual è il vero programma ambientale dell’amministrazione comunale? Sarebbe bello riprendere in mano il programma elettorale del PD e delle sue lista civetta.
Il verde urbano per la maggioranza che governa Senigallia ha importanza quasi nulla. Ricordate Piazza del Duomo con i manifesti affissi del progetto che presentava tranquilli cittadini a passeggio accanto a promettenti alberelli? Avete presente il Parco della Cesanella? Doveva essere il fiore all’occhiello della città! Risultato: piante messe dall’autostrada in filare senza senso alcuno. Il Parco delle Saline? Lasciamo perdere.
Ora è chiaro che se togli parcheggi da Piazza del Duomo almeno in parte devi andarli a recuperare. La logica che segue il comune è solo questa. Nessuna pianificazione e quindi nessuna garanzia che tolti gli alberi se ne piantino di nuovi e in zone limitrofe. Perché è ovvio che se abbatto delle piante in centro e ne pianto altre al Vallone non è vero che ho il bilancio in pareggio. Non è un conto algebrico quello da fare.
È per questo che si mobilitano i cittadini, perché si stanno accorgendo delle vere intenzioni dell’amministrazione comunale. Dopo gli ennesimi inganni rappresentati dal parco della Cesanella e da piazza del Duomo (anche tutta questa storia di quant’è bella la piazza oggi come se con un po’ di verde nei punti giusti come indicato nel famigerato Piano del verde invece sarebbe stata bruttissima!) molti cittadini hanno capito quanto rispetto reale c’è per l’ambiente da parte di questa amministrazione. Ben vengano le proteste ma non tanto per la brutta pineta della stazione quanto invece per la mancanza totale di una strategia politica in materia di verde pubblico capace di farne un elemento fondamentale per la qualità della vita dei cittadini.
Nota dolente in conclusione. Sbagliamo o nella maggioranza ci sono i Verdi (Sinistra Ecologia e Libertà) che da noi si fanno chiamare “La città futura”? Non è stato l’assessore Ceresoni che volle fortemente il Piano Strutturale del Verde? Possibile che venga costantemente disatteso? Possibile che non si alzi mai una voce di dissenso sulla sconsiderata gestione dell’ambiente da parte dell’amministrazione comunale? Mai neanche un distinguo? Anzi in maniera stucchevole qualcuno da questa parte politica imputa alla cittadinanza di non aver difeso la vegetazione ripariale del Misa devastata dalle ruspe che, è bene ricordarlo, anche prima del 2014 venivano erroneamente usate per la cosiddetta “pulizia del fiume”.
Interventi nefasti e dannosi che hanno aumentato i fenomeni erosivi delle sponde fluviali. Roba da non credere! Ma vuoi vedere che sono stati i cittadini a ordinare questo scempio e non i politici? E se invece i cittadini rovesciassero la questione? Dove erano i “cittadini futuri” paladini dell’ambiente quando sterminavano i tremila alberi di cui parla Scaloni nel suo articolo? Che cosa hanno fatto concretamente per la corretta gestione dell’asta fluviale? E per la realizzazione del Parco della Cesanella (altro che bosco urbano)?
Ma stiamo ponendo troppe e inutili domande a cui nessuno si degnerà di rispondere.
La verità è solo una: più che La Città Futura dovremmo chiamarli La Poltrona Sicura.
Diverse le anomalie sottoposte all’attenzione del Prefetto a partire dal 2016, quando sono state comunicate le problematiche sul sottopasso Perilli, dove al termine del marciapiede sono presenti le strisce pedonali che portando in direzione delle fiume finendo sulla pista ciclabile stessa. Segnalate anche le problematiche legate alle vasche di espansione e della darsena. È proprio la darsena sarebbe stata oggetto di un abuso edilizio nel 2008, quando con i lavori è stata chiusa l’apertura tra il fiume Misa e il porto con una modifica al progetto iniziale con non è stata riportata nel Prg. Chieste anche delucidazioni in merito alla vicenda delle 18 segnalazioni dell’indagine del Mef non hanno parimenti avuto riscontri, neanche dopo i solleciti.
Sempre al Prefetto è stata segnalata la mancanza di chiarezza della questione della chiusura di Ponte 2 Giugno, precluso al traffico veicolare e limitato nella circolazione pedonale: nel 2014 in seguito alle indagini risultava che il ponte Garibaldi fosse più compromesso e invece ad essere chiuso, con un transennamento ridicolo, è stato l’altro. Non è vero come dicono dall’amministrazione che le prove di carico che chiediamo da tempo distruggerebbero il ponte. Ci sono prove di carico che hanno lo scopo di verificare la portata ed è quello che chiediamo, un collaudo, proprio come è stato fatto recentemente nel ponte sulla diga di Castreccioni a Cingoli.
C’è poi la questione della mancata attuazione della carta dei servizi come segnalato anche dall’associazione dei consumatori Acumarchee. Ho richiesto l’inserimento del tema nell’ordine del giorno per il consiglio comunale di mercoledì. In merito viene richiesto di sanzionare il dott. Stefano Morganti, responsabile di Trasparenza e dell’Anticorruzione, per non aver dato disposizioni per l’istruzione della carta di servizi e non aver vigilato sanzionando i dirigenti inadempienti. Allo stesso tempo si richiede di non disporre erogazioni ai dirigenti comunali per il raggiungimento degli obiettivi previsti da piani di performance per l’ultimo anno perché non compatibili con il non adempimento di compiti obbligatori per legge ma soprattutto di recuperare le somme corrisposte a partire dal 1995 ai dirigenti comunali (anno di entrata in vigore dell’obbligo di dotarsi per le amministrazioni pubbliche della carta di servizi) che non hanno redatto la carta per i servizi comunali a loro diretti.
Tra il 29 ed il 30 agosto 2017 è stato notificato ad undici persone l’“Avviso all’indagato e al difensore della conclusione delle indagini preliminari (art. 415bis c.p.p.); Informazione di garanzia e informazione sul diritto di difesa (artt. 369 e 369bis c.p.p.)”, nell’ambito del procedimento penale n. 1365/17 R.G.N.R. relativo alle indagini sull’alluvione del 03/05/2014.
Tra gli undici indagati, come noto, figurano l’attuale sindaco di Senigallia, l’ex sindaco Angeloni, il sig. Roccato ed il sig. Brunaccioni. Dopo aver letto le delibere di giunta, in particolare quella relativa ai primi tre soggetti, ci siamo posti alcune domande che poniamo anche alla città, facendo prima la premessa sugli eventi.
Maurizio Mangialardi. Ricevuta in data 29/08/2017 la notifica, il sig. Mangialardi con nota del 29/08/2017 (quindi lo stesso giorno) protocollata al n. 62200 il giorno seguente, 30/08/2017, ha comunicato al Comune il nominativo del difensore di fiducia scelto; il 30/08/2017, giorno stesso del deposito della nota, la giunta alle 10:30 ha approvato la deliberazione n. 195.
Luana Angeloni. Ricevuta in data 29/08/2017 la notifica, la sig.ra Angeloni con nota del 31/08/2017 protocollata al n. 62907 del 01/09/2017 ha comunicato al Comune il nominativo del difensore di fiducia; il 01/09/2017, giorno stesso del deposito della nota, la giunta alle 14:30 ha approvato la deliberazione n. 197.
Gianni Roccato. Ricevuta in data 29/08/2017 la notifica, il sig. Roccato con nota del 01/09/2017 protocollata al n. 62951 del 01/09/2017 il sig. Roccato ha comunicato al Comune il nominativo del difensore di fiducia; il 01/09/2017, giorno stesso del deposito della nota, la giunta alle 14:30 ha approvato la deliberazione n. 196.
Flavio Brunaccioni. Ricevuta in data 30/08/2017 la notifica, il sig. Brunaccioni con nota del 09/09/2017 protocollata al n. 65435 dell’11/09/2017, il sig. Brunaccioni ha comunicato al Comune il nominativo del difensore di fiducia; il 12/09/2017, la giunta alle 08:00 ha approvato la deliberazione n. 209.
Con le quattro delibere approvate la giunta ha quindi:
preso atto delle avvenute nomine dei quattro difensori di fiducia, sulle cui nomine ha espresso il “gradimento dell’Amministrazione comunale di Senigallia”,
dato atto “che in caso di sentenza di assoluzione o emanazione di un provvedimento di archiviazione, le spese saranno rimborsate all’interessato con separato provvedimento, posto che sussistano tutte le condizioni di legge”,
dato atto che “l’eventuale rimborso da parte dell’ente delle spese legali sostenute dall’interessato, di cui al precedente punto 3, avverrà limitatamente alla parte non indennizzata a quest’ultimo in forza di polizze assicurative attivate dall’interessato e dall’ente”;
dato “che si provvederà ad accantonare in apposito fondo un importo pari al rischio stimato di rimborso all’interessato delle spese legali sostenute, il cui finanziamento avverrà attraverso una diminuzione degli stanziamenti previsti per le spese legali e, comunque, senza oneri aggiuntivi per il bilancio corrente e per quelli degli anni successivi”;
Per poter approvare tali delibere però, la giunta ha dichiarato che tra le posizioni delle quattro persone indagate ed il Comune di Senigallia è stata accertata la sussistenza della “assenza di conflitto di interessi tra gli atti compiuti dal soggetto sottoposto a procedimento penale e l’ente di appartenenza”.
Ho chiesto gli atti al Comune per capire come la giunta sia arrivata ad una simile conclusione, ad esempio per il sig. Mangialardi, avendo avutoa disposizione solo qualche ora tra il deposito della nota (protocollata al n. 62200 il 30/08/2017) e la delibera di giunta (ore 10:30 sempre del 30/08/2017).
Considerato che attualmente il Comune sta mettendo da parte i soldi per l’eventuale rimborso delle spese legali sostenute dalle quattro persone, ci auguriamo che il Comune abbia richiesto agli interessati di depositare i preventivi avuti dai rispettivi difensori, essendo divenuta obbligatoria la loro consegna al cliente proprio dal 29/08/2017 (Legge 04/08/2017 n. 124).
Giorgio Sartini – Consigliere Comunale Senigallia Bene Comune
Da venerdì 1 settembre ha riaperto la piscina delle Saline.
Contrariamente a quanto anticipato più volte dal Sindaco, circa la volontà di indire la gara per avere un gestore dal 01/08/2017, il Comune ha deciso di gestire direttamente l’impianto sportivo che, fino al 31 luglio 2017, è stato dato in concessione alla UISP in maniera illegittima.
Dal Comune fanno sapere che sarà una gestione breve.
Siamo già usciti sulla stampa per informare sui disservizi relativi alla chiusura della piscinadurante la pausa pranzo, oggi invece portiamo a conoscenza dei cittadini la situazione a dir poco sbalorditiva venutasi a creare per l’impianto della piscina Saline.
A dicembre 2016, il Consigliere Sartini aveva chiesto l’indizione di una gara d’appalto per la gestione della piscina Saline la cui convenzione di gestione Uisp scadeva il 31/07/17.
Nel frattempo la Uisp presentava per ben tre volte una proposta di progetto di finanza, sonoramente bocciata da una società di consulenza esterna al Comune.
Con l’acqua alla gola, dopo aver buttato al vento sette mesi, più che sufficienti per fare le cose fatte bene, la giunta ha deciso a fine giugno di approntare una gestione diretta da parte del Comune. Le società natatorie, come prassi, nel mese di luglio 2017 hanno presentato le loro richieste per gli spazi acqua ma … sorpresa!
Il Comune ha comunicato, dato il tempo limitato della propria gestione diretta, che tutto verrà lasciato invariato: gli spazi acqua adottati dal Comune sono gli stessi decisi dalla Uisp. Risultato: le società che legittimamente avevano chiesto spazi acqua se li vedono negare a favore della Uisp, come sempre…
Ma la cosa più incredibile è che il singolo cittadino che vorrà nuotare non potrà avere accesso diretto all’impianto, ma dovrà entrare con una delle società che gestisce l’ora che a lui interessa; questo sulla base di quanto riferitoci dal Comune.
La piscina è sì o no pubblica? SI!
Tutto ciò si poteva evitare? Si poteva e si doveva evitare.
Una cosa è certa fin d’ora: la Uisp continuerà ad avere i suoi bei guadagni e il Comune, quindi tutti noi, rimetterà altri soldi.