• Pronto… Olivetti ci sei?

    Olivetti_Mangialardi

    Erano le ore 9:00 del lontano 7 dicembre 2020 quando abbiamo avuto il primo incontro con il sindaco Olivetti per sottoporgli alcuni dei temi che stanno a cuore alla nostra lista civica S.B.C. e ai nostri cittadini.

    Gli argomenti di cui abbiamo parlato sono i seguenti:

    1. Costituzione del Comune come parte Civile nel Processo UISP (Per recuperare milioni di euro versati dal comune alla UISP)
    2. Condizioni contrattuali del Summer Jamboree (Per non pagare eventuali penali capestro presenti nel nuovo contratto firmato dal dirigente Mirti a settembre 2020)
    3. Contratto di Fiume (Per la sistemazione del bacino fluviale in modo idoneo).

    Nell’incontro abbiamo chiesto di conoscere, a breve, quali decisioni la Giunta Comunale intendeva prendere in merito ai tre temi.

    Dopo due mesi, pur con telefonate di sollecito, abbiamo dovuto inviare una PEC il giorno 22 febbraio per sollecitare la risposta ai tre temi (questo il link).

    Dopo ben oltre due mesi il presidente del nostro direttivo ha casualmente incontrato il sindaco Olivetti per le vie del centro e gli ha chiesto: “Massimo mi rispondi ai tre punti o devo scrivere in modo più aggressivo?” La risposta è stata: “In settimana ti rispondo e comunque fai come ti pare!” (risposta avuta per strada nella tarda mattinata del 18 maggio alla presenza dell’Assessore Cinzia Petetta).

    Son passati  oltre 50 giorni e ancora non abbiamo ricevuto nulla.

    Olivetti_Mangialardi

    Almeno Maurizio Mangialardi, politicamente parlando, non rispondeva per “tracotanza” ma sollecitato dovutamente dopo i trenta giorni ci inviava le risposte, risposte “fatte a modo suo ovviamente” … ma rispondeva.

    Lungi da noi di dare l’idea di rimpiangere la precedente amministrazione perché non c’è proprio nulla da rimpiangere ma ci duole constatare che questa amministrazione potrebbe solo essere un po’ più o un po’ meno disastrosa della precedente.

    Per non parlare poi delle promesse elettorali fatte pubblicamente per la cura delle manutenzioni ordinarie, dell’ospedale, ecc. ecc.

    L’altra faccia della stessa medaglia, lo avevamo detto in campagna elettorale, sta venendo sempre più a galla e purtroppo a pagarne le conseguenze saranno la nostra città, la nostra salute e le nostre attività economiche e lavorative.

    Lista Civica

    Senigallia Bene Comune

  • Oltraggio alla Costituzione

    Stanno oltraggiando

    la nostra Costituzione Repubblicana

    Art 1 CostituzioneI Padri Costituenti, misero come base di tutto l’impianto costituzionale la dignità dell’essere umano, attraverso la sua piena realizzazione, e lo esplicitarono inserendo al primo articolo della Carta Costituente, per evidenziarne l’importanza, la centralità del lavoro: “L’Italia è una Repubblica Democratica, Fondata sul Lavoro. La Sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

    Ne discende che questa dignità, si realizza attraverso il lavoro di ogni cittadino, perché è grazie ad esso che ognuno di noi ha la possibilità di guadagnarsi da vivere per riuscire a mangiare, vestire,  soddisfare i propri bisogni primari, senza dipendere da altri o dover elemosinare. Senza lavoro la dignità dell’uomo è svilita, l’animo fiaccato e provoca risvolti psicologici gravi (comprovati dalle recenti statistiche sui suicidi che risultano in paurosa crescita, soprattutto tra i giovani).

    Senigallia Bene Comune vuole pertanto mostrare solidarietà e comprensione verso l’iniziativa “#IO RESTO APERTO”, ritenendo che la pacifica disobbedienza civile, sia ormai uno dei pochi strumenti per fermare l’annullamento dei diritti costituzionali che si sta attuando in Italia e in gran parte del mondo.  Gli strumenti che il “nostro governo” adotta continuamente poco hanno a che fare con la gestione di un virus e portano a demolire l’economia nazionale facendo chiudere tantissime piccole medie imprese, come ha apertamente dichiarato il “sicario della nostra economia” Mario Monti (Bilderberg e Trilateral), con una sua lettera, del 18 Gennaio 2021, ripresa dal Corriere della Sera, con cui stabilisce quali devono essere i dettami per garantire la “fiducia” ad un governo che ha calpestato reiteratamente la carta costituzionale.

    Sui provvedimenti governativi liberticidi, si sono espressi con parere contrario, eminenti costituzionalisti quali Antonio Baldassarre (ex presidente della Corte costituzionale), Sabino Cassese (giurista e accademico italiano e giudice emerito della Corte costituzionale), Gaetano Silvestri (giurista e accademico italiano, giudice della Corte costituzionale e presidente della stessa dal 19 settembre 2013 al 28 giugno 2014), Francesco Clementi (costituzionalista), Michele Ainis (giurista costituzionalista e componente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato), Paolo Maddalena (giurista e magistrato italiano, che ha ricoperto l’incarico di giudice costituzionale), Ugo Mattei (Costituzionalista, prof. universitario, presidente Comitato Rodotà) e non ultima, solo pochi giorni fa, la stessa  Carla Cartabia: costituzionalista, giurista e accademica italiana, dal 2019 al 2020 presidente della Corte costituzionale, presa in considerazione dallo stesso Presidente Mattarella per ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio al posto dell’attuale, a cui fa eco Giancarlo Coraggio, il Presidente della Corte Costituzionale, che ha avuto queste parole: “La salute può avere limiti? Mi piacerebbe rispondere: no, la salute non ha limiti. Ma farei un’affermazione sbagliata. In tutti i Paesi, compresa l’Italia, il diritto alla salute si deve confrontare con gli altri diritti fondamentali. Non esistono diritti tiranni, diritti che prevalgono incondizionatamente sugli altri”.

    Riguardo ai DPCM molti cittadini in tutta l’Italia, aderendo all’iniziativa dell’Avv. Marco Mori o ad altre similari, hanno già denunciato alla Procura della Repubblica l’attuale Governo, per avere emesso dei DPCM che sono incostituzionali.

    Recarsi a mangiare in un ristorante (come è avvenuto lo scorso sabato sera 16 Gennaio 2021 in un ristorante di Marzocca che ha aderito all’iniziativa “IO RESTO APERTO”) non è equiparabile ad una riunione di pericolosi mafiosi o criminali e, secondo l’attuale DPCM governativo, la sua violazione non si persegue penalmente ma attraverso una sanzione amministrativa.

    Tra l’altro il controllo al ristoratore di Marzocca è avvenuto dopo che il Consiglio di Stato, il 15 gennaio 2021, si è espresso contro il DPCM emesso dal governo a Dicembre (sostanzialmente  identico a quello di Gennaio) sospendendolo ed accogliendo il ricorso di due esercenti e quello presentato da un genitore per il suo figlio minorenne. Il Consiglio di Stato, nel merito, ha  rinviato al TAR la decisione, “Sarà il Tar a decidere se dichiarare illegittimi i DPCM, compreso quello attuale, o addirittura rinviare tutto alla Corte costituzionale“, con  la seguente motivazione: “Profili di illegittimità costituzionale, il Tar del Lazio decida entro il 10 Febbraio“.

    Quindi gli agenti di pubblica sicurezza, che eccedono di zelo, devono prestare attenzione, perché i profili d’incostituzionalità sono tanti e rischiano di doverne rispondere personalmente, poiché una norma incostituzionale non va applicata, neppure in presenza di un ordine diretto da parte di un superiore.

    Tutti i Pubblici Ufficiali hanno il dovere di non eseguire atti con profili di illegittimità e/o illegalità formale e sostanziale.

    Gli artt. 66 L. 121/1981, 1349 D.Lgs. 66/2010 e 729 DPR 90/2010 hanno espressamente previsto il principio della non eseguibilità di “un ordine la cui esecuzione costituisce manifestamente reato”.

    Si può, quindi, affermare che qualsiasi ordine, pur se impartito da un superiore facente parte della gerarchia militare e dato a seguito di DPCM, altra disposizione o ad altro titolo, se manifestamente contrario alla Costituzione Italiana non dev’essere eseguito dal subordinato il quale, in caso contrario, ne risponde personalmente.

    Sul punto, sia la dottrina sia la giurisprudenza sono assolutamente concordi.

    In mancanza, i Pubblici Ufficiali rispondono del reato commesso (ex art 51 codice penale).

    Qualsivoglia forma di: detenzione domiciliare, chiusura di attività economiche private, della scuola, obbligo a sottoporsi a trattamento sanitario, è pertanto, ancorché limitata a determinate fasce orarie, categorie di cittadini o determinati luoghi, pacificamente illecita quando non risulta rispettosa dei dettami costituzionali e, a caduta, delle leggi della Repubblica.

     

    Il direttivo di Senigallia Bene Comune

  • Rassegniamoci a Campanile

    Rassegniamoci a Campanile

    Alcuni giorni fa è stato pubblicato l’articolo del consigliere d’opposizione Campanile
    “Rassegnamoci, a Senigallia ci saranno altre alluvioni.”

    Consigliere Campanile quando afferma: “Da anni si discute (non facendo nulla) dCampanilei come evitare che la città sia colpita dalle esondazioni del Misa alla sua foce, che si trova di fatto in città.” ha ragione e noi di Senigallia Bene Comune lo sappiamo molto bene come lei ben sa.

    Pertanto questa affermazione oggi non le sembra “onestà intellettuale a scoppio ritardato” visto che dal 2014 al 2020 era in giunta con Mangialardi? Tra l’altro ammette pubblicamente che la giunta Mangialardi e quindi anche lei in qualità di assessore non ha fatto nulla per i problemi idraulici del Misa per ben 6 anni.
    Il resto, a partire dalla sua asserzione che “l’acqua si è riversata “naturalmente” a sud del Viale IV Novembre”, è una semi verità  perché la rottura dell’argine avvenuta a Borgo Bicchia ha sommerso  dapprima Borgo Bicchia, poi Borgo Molino, poi il Campus scolastico di Via Tommaso d’Aquino e solo successivamente le aree a valle.

    Anche l’affermazione: “Una onda di piena che superasse ponte Zavatti e Ponte Garibaldi troverebbe nel nuovo ponte del Corso 2 Giugno un ostacolo insormontabile in altezza a causa della fiancata unica in metallo. Sarebbe inevitabile il tracimamento laterale e l’innalzamento del livello del fiume fino al Ponte Garibaldi.” non è reale. Perché fa questa affermazione? Nella dinamica fluviale, qualunque sia l’entità dell’onda di piena in transito, il ponte Zavatti non potrà mai interferire con essa poiché il suo intradosso di trova ben due metri sopra la sommità degli argini.

    Il contrario dicasi per l’attuale ponte Garibaldi che non riuscirebbe in alcun caso a far transitare una portata tale da arrivare all’intradosso del nuovo ponte 2 giugno. Ciò avviene per motivi tecnici che non stiamo qui a spiegare in quanto tecnicamente risulterebbe troppo lungo da spiegare.

    Inoltre il Consorzio di Bonifica delle Marche nonha introdotto, nel progetto esecutivo del 2019, un’opera idraulica che sembra un pannicello caldo riscoprendo uno scolmatore che collegherebbe il fiume con le darsene attuali trasformandole in vasche di espansione” perché ha programmato il più grosso spreco di risorse disponibili, o che troveranno disponibilità, per realizzare uno scolmatore che durante gli eventi di piena non riuscirà a funzionare. Per poter funzionare lo scolmatore necessita che vengano effettuati interventi meccanici tramite degli operatori che operano sulla banchina.  Queste operazioni risultano, se non impossibili, di CostoScolmatoredifficile esecuzione durante la fase emergenziale di un colmo di piena. Tutta questa genialata pensata dal Consorzio di Bonifica per una modica spesa che (come potete vedete nella tabella presente nell’immagine) risulta 12 – 15 volte maggiore di quanto Senigallia Bene Comune ha messo nel suo programma per realizzare non uno scolmatore ma ben due scolmatori efficienti.  (Questo il link 30 ottobre 2015 convegno: “Fiume Sicuro” tenuto a San Rocco)

    Infine per chiudere, senza cercare il pelo nell’uovo, non sappiamo che tecnici collaborino con lei ma le affermazioni evidenziate “L’acqua melmosa e piena di detriti invaderebbe le darsene, (1)peraltro poco capienti, prima di riversarsi in mare, seguendo un (2)percorso tortuoso, alzando le imbarcazioni e (3)mettendole in pericolo. Il porto non sarebbe più protetto ed andrebbe incontro ad interramento.” sono fuori luogo perché:

    • essendo lo scolmatore una apertura aggiunta verso il mare l’invaso della darsena che sia di un milione di metri cubi o di cento metri cubi è completamente ininfluente per il suo funzionamento giacché la quantità d’acqua che riesce a smaltire dipende unicamente da due fattori: la sezione minima e quella massima di passaggio presenti tra l’apertura dello scolmatore e la sua foce in mare;
    • il percorso non è tortuoso in quanto risulta un canale parallelo all’attuale. Le tre darsene, a parte la terza (quella per intenderci dove sono presenti i banchi per la vendita del pescato) sono interessate marginalmente dalle correnti di circolazione della piena dell’acqua;
    • le barche non si trovano sulla linea di scorrimento della piena quindi l’unica azione che subiscono è quella d’innalzarsi di 50 – 100 cm in base al livello che raggiunge l’acqua nelle darsene. Affrontano pertanto un effetto di innalzamento accelerato similare a quanto avviene tutti i giorni con la bassa e l’alta marea.

    Che il porto s’interri o s’insabbi è indubbio ma questo accade già tutti i giorni dell’anno a causa delle mareggiate e delle correnti marine;  per porvi rimedio, come sta già accadendo, vengono effettuate apposite operazioni di dragaggio.

    Con lo/gli scolmatore/i, se dovesse arrivare un’altra alluvione, basterà invece utilizzare una idrovora (i giorni successivi senza aspettare decenni) per risucchiare i depositi pervenuti dal fiume con una spesa contenuta di alcune migliaia d’euro contro i 160 milioni d’euro di danni provocati alla nostra città (non contando morti, feriti e traumi generati nei cittadini)  dall’alluvione del 2014.

    Il progetto del parco fluviale non può definirlo da visionari perché è una soluzione ecologica e turistica che abbiamo valutato attentamente ed è percorribile. Tant’è che è stata inserita nel nostro programma elettorale per dare alla nostra città l’atteso rilancio turistico, offrire nuovi posti di lavoro, consentire lungo il suo corso, a cittadini e turisti, di poter svolgere varie attività all’aperto e, da non dimenticare assolutamente,  tramite adeguate opere idrauliche consentirà di gestire le piene del fiume con portate doppie e oltre rispetto a quella del 2014.

    Ci preme infine ricordare, come certificato dalla perizia redatta dal tecnico nominato dal Tribunale nel Processo per l’alluvione, che l’onda di piena del Misa non è stata eccezionale: per capirci meglio “non c’è stata alcuna bomba d’acqua il 3 maggio 2014”!

     

    Direttivo Senigallia Bene Comune

     

  • OpenMunicipio? SI grazie.

     

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    Pochi giorni fa la piattaforma OpenMunicipio è tornata sui giornali perché è stata fatta oggetto di una interrogazione del neo-consigliere di opposizione nonché ex-assessore Gennaro Campanile.
    Allontaniamo subito possibili equivoci: Senigallia Bene Comune ha da sempre sostenuto OpenMunicipio perché è l’esempio di come la politica può oggi divenire trasparente. Assessore Campanile per noi
    OpenMunicipio è un esempio raro e prezioso ed è prezioso proprio perché è raro.Abbiamo chiesto più volte, sia pubblicamente che nelle sedi istituzionali, che il servizio venisse potenziato
    allargandone il raggio d’azione, dandogli la massima trasparenza sulle decisioni di spesa e di bilancio, ma  anche arrivando a contenere i lavori dell’Unione dei Comuni di cui Senigallia fa parte.
    Il suo ampliamento lo abbiamo inserito nel nostro programma elettorale 2020 (Pag. 4 del Programma: “Innanzitutto  su Open Municipio andranno inclusi gli atti non politici, Determine e Ordinanze, emessi dai diversi uffici comunali e firmati dai rispettivi  dirigenti. La maggior parte delle decisioni, specialmente quelle che comportano impegni di spesa, non sono infatti, prodotti da Sindaco,
    Giunta e Consiglio che attualmente sono i soli organi comunali ad essere tracciati in OpenMunicipio. Inoltre questi tipi di atti  rappresentano il naturale collegamento con il bilancio comunale.
    Rispetto agli atti di natura politica, pensiamo che grande interesse possa esserci per la pubblicazione in OpenMunicipio delle decisioni  di Giunta, ovvero di quei pareri espressi dalla Giunta non formalizzati in delibere, ma che spesso costituiscono concreti input politici alle  successive decisioni dirigenziali. OpenMunicipio dovrà tracciare anche i cosiddetti accessi agli atti, ovvero le azioni ispettive dei consiglieri verso gli uffici comunali. Ciò  concorrerebbe ad offrire una panoramica completa del lavoro svolto da un consigliere anche fuori dall’aula consiliare e consentirebbe  agli altri consiglieri di accedere alla documentazione senza fare richieste plurime con un notevole risparmio di tempo per i dipendenti  comunali.”) e continuiamo a riconoscerne la sua importante funzione anche oggi: OpenMunicipio va mantenuto
    e potenziato non deve essere smantellato. Certamente va data trasparenza ai dati di utilizzo, per questo come per qualunque altro strumento finanziato  con denaro pubblico.  Ma su questo aspetto facciamo noi qualche domanda all’ex-assessore Campanile.

    1) Oggi consigliere Lei chiede le statistiche di utilizzo di OpenMunicipio durante il 2019; ma sa dirci quelle  degli anni in cui Lei è stato assessore? In tale veste Lei aveva la delega al bilancio, pertanto possiamo dire era il “controllore politico” della spesa per OpenMunicipio: ha controllato periodicamente e puntualmente l’andamento anno per anno del suo utilizzo? Insomma, Lei ha fatto quello che ora chiede di fare alla nuova  maggioranza?

    2) I dati di utilizzo, da parte dei cittadini, sono stati pubblicati negli anni dalla società che gestisce  OpenMunicipio e riportano un numero di utenti mensili a quattro cifre e di centinaia gli utenti registrati. Sono  pochi o tanti? La vera domanda da farsi è pochi o tanti rispetto a cosa, rispetto a quale altro strumento
    similare. Certamente sono molti di più dell’analoga esperienza di Udine (qui il confronto: https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/edemocracy-ostacoli-e-opportunita-lesperienza-di-openmunicipio-a￾udine-e-senigallia/ dove è riportato: “le performance di OpenSenigallia possono considerarsi pari a quattro volte quelle  dell’analogo sito riservato al capoluogo friulano.”).
    Un paragone opportuno andrebbe eseguito rispetto a strumenti comparabili, come l’albo pretorio del sito web  comunale, anche se questo è molto meno fruibile nelle ricerche per gli utenti comuni. Perché lei Campanile  non ha chiesto anche le statistiche di utilizzo delle varie sezioni del sito comunale? Forse che questo non  viene pagato come accade con OpenMunicipio? Assolutamente tutt’altro; è stato rifatto recentemente e le  cifre non sono proprio abbordabili come quelle in bilancio per OpenMunicipio.

    3) L’interrogazione infine nasconde maldestramente una avversione pregiudiziale al progetto, che la porta a contraddirsi: da una parte auspica di “dare esecutività piena alla effettiva trasparenza degli atti
    amministrativi”, dall’altra si augura la dismissione di un servizio che nasce per realizzare proprio quello che chiede. Campanile una curiosità come mai il primo atto da consigliere di opposizione lo riserva ad
    OpenMunicipio denunciandone una spesa di manutenzione e implementazione annuale esagerata? Non ci sono altre spese molto maggiori su cui porre l’attenzione?

    Chiedere di potenziare gli strumenti informatici istituzionali è sicuramente giusto ma è giusto che ciò
    avvenga a parità di servizi e senza aggravi di spesa. Un ragionamento che non sembra preoccuparla,
    dimostrando ancora una volta quanto fosse inidoneo a mantenere il ruolo che ha ricoperto nelle precedenti
    amministrazioni.
    Senigallia Bene Comune.

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  • È IL MOMENTO DI FARE PRESSING SULLA SANITÀ

    Simbolo
    SI È IL MOMENTO DI FARE PRESSING SULLA SANITÀ

    Nonostante la pandemia Covid-19 sia diventata da diversi mesi la protagonista unica dell’audience nazionale costringendo chi non sopporta più il martellante terrorismo mediatico a rifugiarsi nei notiziari regionali, una cosa è certa: la salute degli italiani non è minacciata solo dal virus cinese.

    Infatti, le patologie, che in era pre-Covid rappresentavano le più frequenti cause di morte, non sono scomparse ed anzi stanno mietendo più vittime di prima grazie all’emergenza pandemica che ancora una volta torna a paralizzare il sistema sanitario pubblico.

    I decessi per cardiopatie, tumori e malattie croniche dismetaboliche sono aumentati e probabilmente il loro incremento è ampiamente sottostimato dato che molti soggetti gravemente affetti dalle suddette patologie e deceduti dopo essere risultati positivi al Covid-19, sono stati inspiegabilmente censiti fra le vittime della pandemia. Tantissimi medici che esercitano nell’ambito delle più svariate specialità cliniche continuano a battersi, inascoltati, affinché l’attività routinaria degli ospedali non sia interrotta concentrando tutta l’attenzione sanitaria esclusivamente sul Covid.

    Contestualizzando questo problema in ambito locale, è a tutti noto che l’Ospedale di Senigallia, che già era stato ampiamente depotenziato in seguito al recepimento nel piano sanitario regionale della Legge 189/2012 meglio nota come Decreto Balduzzi, ha subito una ulteriore decurtazione della propria operatività nel momento in cui è stato dichiarato ospedale Covid.

    Ne hanno fatto le spese i cittadini-utenti costretti a subire lunghe liste di attesa oppure posti nella poco invidiabile condizione di recarsi a diversi chilometri di distanza dalla propria residenza per accedere ai servizi del Sistema sanitario pubblico. Tutto ciò ha naturalmente scatenato le legittime proteste dei cittadini che hanno costituito un Comitato di difesa dell’ospedale all’interno del quale un indubbio ruolo di spicco è stato rivestito da colui che di lì a poco sarebbe diventato l’attuale sindaco di Senigallia.

    Durante l’estate con l’attenuazione del fenomeno Covid la situazione sembrava migliorata, ma ora la prevedibile recrudescenza autunnale della pandemia fa tornare di attualità il rischio di nuove restrizioni dell’attività assistenziale che purtroppo hanno già iniziato manifestarsi interessando un importante servizio, quello del laboratorio analisi.

    Il piano ospedaliero per contrastare la pandemia, recentemente annunciato dalla nuova giunta regionale di centro-destra, sembra andare nella direzione sperata dal momento che si prefigge di combattere l’infezione potenziando la medicina del territorio ed evitando così l’intasamento degli ospedali ad esclusivo detrimento delle normali attività assistenziali. Sarebbe molto importante in questa fase di revisione del piano sanitario regionale una netta presa di posizione del sindaco e della nuova giunta affinché, nella malaugurata ipotesi di una escalation della pandemia Covid, la Regione dispensi l’ospedale di Senigallia da un utilizzo esclusivo a favore di questi pazienti. Chiediamo pertanto al sindaco se abbia preso in considerazione la necessità di richiedere alla regione e all’ASUR, se si renderà indispensabile, che presso l’ospedale di Senigallia sia istallato un ospedale da campo da dedicare ai pazienti Covid similmente a quanto avvenuto a Jesi durante il lockdown della primavera scorsa.

    Inoltre, sarebbe molto importante che al nostro ospedale fosse restituito il ruolo che gli compete in virtù del bacino di utenza che ad esso fa riferimento (circa 80.000 persone). L’invio in Regione di una delibera in tal senso dovrebbe incontrare il favore dell’esecutivo anche e soprattutto in considerazione della recentissima presa di posizione, in favore di una rete ospedaliera diffusa, fatta dall’assessore regionale alle infrastrutture e lavori pubblici Francesco Baldelli.

    Crediamo infine di farci interpreti delle esigenze della popolazione di Senigallia auspicando che il sindaco neoeletto contribuisca a proseguire in una veste istituzionale infinitamente più rilevante l’opera iniziata alla guida del Comitato di difesa dell’ospedale.

     

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