• Perché la senatrice Amati non risponde?


    AlluvionePortoneL’11 marzo 2016 è uscito un articolo della senatrice Amati in merito ai fondi per gli alluvionati. Avendo avuto dei dubbi su quanto scritto dalla senatrice, dopo aver letto i commi della legge di stabilità sul punto, il 26 marzo 2016 venne pubblicato un nostro articolo con cui chiedevamo come funzionasse il sistema dei risarcimenti; chi vuole può leggere entrambi gli articoli cliccando sul rinvio.

    Posi alcuni quesiti al termine del nostro articolo, quesiti ai quali oggi ancora non è stata data una risposta. Ritengo che le risposte siano atto dovuto verso la città, verso i cittadini che hanno avuto danni a seguito dell’alluvione, e non certo al sottoscritto. Quindi per la seconda volta rivolgo alla senatrice Amati queste domande:

    • Perché si parla di finanziamenti, seppur agevolati con il credito di imposta, e non di risarcimenti?
    • La cifra di un miliardo e cinquecento milioni è prevista solo per il 2016 oppure è da suddividere per la durata dei finanziamenti, ovvero venticinque anni?
    • La cifra di un miliardo e cinquecento milioni è retroattiva, nel senso che la legge di stabilità arriva dopo dell’alluvione di Senigallia e in essa non si parla di validità retroattiva?
    • A che punto è l’iter previsto dai commi in questione, il Consiglio dei Ministri ha adottato quanto di sua competenza? Il Ministero dell’economia e delle finanze ha fatto altrettanto? Il direttore dell’Agenzia delle Entrate?
    • Perché collegare il finanziamento agevolato necessariamente a dei lavori, alla prestazione di servizi ovvero all’acquisizione di beni necessari all’esecuzione degli interventi? Chi ha già eseguito i lavori, magari accendendo con sacrifici un mutuo, potrà partecipare?
    • E’ previsto che i finanziamenti agevolati vadano prima di tutto a quei nuclei familiari che versano in condizioni patrimoniali e reddituali difficili?

    Confido in una risposta puntuale e precisa, ringraziando sin da adesso.

    Giorgio Sartini – Consigliere Comunale
    Senigallia Bene Comune

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  • Protezione civile: il sindaco non risponde, perché?

    FiumeSicuro4Con la nostra ultima interrogazione (allegata), avremmo voluto sapere dal Sindaco:

    • “con quale atto, indicando tipologia di atto, data di adozione e protocollo è stato integrato l’organigramma del C.O.C.”, in considerazione della carenza di cinque unità alla data dell’alluvione;
    • “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo la sua applicazione ai territori già classificati nel P.A.I. come R3 ed alle zone drammaticamente colpite dall’evento alluvionale del maggio 2014”;
    • e “se e quando è stata avviata la procedura per rivedere il Piano di Emergenza alla luce di quanto avvenuto il 03/05/2014, prevedendo di sanare le criticità emerse dai lavori della Commissione Speciale”.

    Il Centro Operativo Comunale “alla data del 3 maggio 2014 risultava essere ancora quello nominato dal Sindaco Angeloni il 20 dicembre 2002. Essendo trascorsi undici anni e mezzo da allora, alcuni componenti sono andati nel frattempo in pensione senza essere sostituiti:

    • ​il responsabile supplente della Funzione 2 (Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 7 (Strutture Operative Locali e Viabilità);
    • ​il responsabile e il responsabile supplente della Funzione 9 (Assistenza alla Popolazione).”;

    (relazione di minoranza del Presidente della citata Commissione Speciale pag. 8).

    La stessa Commissione ha evidenziato alcune criticità del Piano di Emergenza ed in considerazione di ciò avremmo voluto sapere se ed in che modo il Comune ha avviato l’iter per superarle.
    Queste tre semplici domande, ma che riguardano argomenti importantissimi come la sicurezza dei cittadini, sono rimaste prive di risposta da parte del Sindaco.
    Il Sindaco nel prendere la parole ha esordito con un più che eloquente “Cosa le devo dire?”; ci sarebbe piaciuto ricevere risposte precise, anziché il solito sproloquio privo di contenuti e ricco di un politichese vecchio ed arrogante.
    Avremmo voluto avere delle risposte precise, nell’interesse della Città.
    Invece il Sindaco ha concluso l’intervento promettendo che le risposte arriveranno in maniera scritta; siccome da novembre stiamo ancora attendendo la risposta scritta in merito alla questione della convenzione con la U.S. Vigor, temiamo che anche questa cada nel dimenticatoio.
    Ma, visto l’argomento, pretenderemo una risposta scritta.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini
    Consigliere comunale

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  • “Biogas e sicurezza della città”: due pesi e due misure

    SimboloCome Consigliere della lista civica Senigallia Bene Comune intendo replicare al comunicato a firma “Lista Vivi Senigallia” in merito alla mozione contro il Biogas, e mi rivolgo ai suoi esponenti in Consiglio, Bedini, Brucchini e Beccaceci.

    La questione della scelleratezza del progetto in discussione, soprattutto in considerazione dell’alluvione del 3 maggio 2014, dovrebbe esser stata sollevata già dall’estate del 2014 dal gruppo di cittadini che aderivano al Movimento5Stelle.

    Il Sindaco chiese nel gennaio 2015 (prot.n. 6373) alla Regione ed all’Autorità di Bacino di approfondire compatibilità dell’impianto con gli eventi del 3 maggio 2014; non ci risulta, salvo prova contraria, che gli enti abbiano riscontrato la richiesta del Sindaco il quale ha inviato il primo sollecito solo il giorno prima del Consiglio comunale. Di questa seconda lettera ne abbiamo avuto conoscenza e preso visione in sede di riunione dei Capigruppo Consiliari, da me richiesta nell’ultimo Consiglio per fare una sintesi delle tre mozioni presentate e votarne una sola.

    Durante l’incontro dei Capigruppo, non trovando convergenza sull’ultima richiesta presentata dalla maggioranza, il Presidente del Consiglio spingeva per tornare in Consiglio e votarne una ad una. Mi sono opposto affermando che era possibile trovare una sintesi tra le tre proposte similari e il consigliere Brucchini ha rotto lo stallo proponendo di aggiungere “fino alla foce”.

    A tal punto ho chiesto d’inserire “anche alla luce del prossimo intervento idraulico in località Brugnetto”. I Cinque stelle hanno richiesto, e ottenuto, di aggiungere che la mozione contenesse l’impegno a trasmetterla ai componenti del tavolo tecnico per il rilascio dell’autorizzazione dell’impianto di Biogas.

    Il nostro voto quindi impegna il Sindaco, che è anche Presidente dell’Anci Marche, ad attivarsi per impedire che il progetto, così come inizialmente previsto, venga realizzato. Il voto dato a questa mozione è lungi dall’essere “prova del riconoscimento della visione e dell’azione del sindaco Mangialardi di carattere strategico sulla problematica” anche perché se veramente vi fosse stata una visione ed azione strategica, allora il Comune – prima nella persona dell’Assessore Mangialardi e poi del Sindaco Mangialardi – dal 2004 al 2016 non si sarebbe limitato a chiedere la disponibilità della Provincia a dragare il tratto finale del fiume/porto-canale solo due volte: solo due volte a breve distanza – 4 mesi (il 07/04/2004, prot. n. 20943 ed il 10/08/2004, prot. n. 47710).

    Come esponente della lista civica intendo infine tranquillizzare i miei Colleghi di maggioranza: ogni qualvolta in Consiglio verranno discussi argomenti a favore del bene comune, il mio voto sarà favorevole. A differenza, purtroppo, della maggioranza stessa.

    Quando proposi, infatti, lo studio di fattibilità della pista ciclabile che collegasse alcuni borghi con il centro, la mozione venne bocciata dalla maggioranza e quindi anche da voi (che votaste contro anche al semplice rinvio in Commissione). Quando invece nell’ultimo Consiglio, il Collega Bedini ha presentato la mozione per la pista ciclabile Marzocca-Senigallia, il sottoscritto ha votato a favore dell’invio in Commissione. Questo, purtroppo, è strumentalizzare il ruolo istituzionale a discapito dei cittadini.

    Visto che concludete il vostro comunicato con il solenne impegno a vigilare “affinché la sicurezza idrogeologica dell’intera vallata venga garantita”, devo rivolgervi il seguente invito formale: impegnatevi per la sicurezza della città ed opponetevi, ad esempio, alla realizzazione di oltre 60 posti auto interrati a pochi metri dal fiume, in zona R4.

    Inoltre essendo, come Gruppo Consiliare nella maggioranza, avrete certamente saputo che il 02/03/2016 la Regione ha chiesto al Comune il parere in merito all’Assetto di Progetto del Misa ed il Sindaco l’08/03/2016 ha espresso condivisione ed apprezzamento su quanto elaborato. Se così non fosse come condividete al vostro interno decisioni così importanti?

    Ma ancor prima di ciò, non vi sembra che un documento così importante debba essere portato a conoscenza dell’intero Consiglio Comunale, prima, e poi dell’intera città prima di essere trasmesso?

    Giorgio Sartini

    Consigliere comunale “Senigallia Bene Comune”

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  • Sì al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare

    referendum17aprileLa lista civica Senigallia Bene Comune condividendo lo spirito del referendum, volto a coinvolgere i cittadini su temi ambientali importanti, invita tutti ad andare a votare per il Sì il 17 aprile al referendum contro le trivellazioni in mare.

    Cosa chiede il quesito referendario? Nel quesito referendario si chiede: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?». Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri).

    Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano. (fonte www.internazionale.it).

    Il governo italiano e soprattutto il PD per voce della segreteria nazionale furbescamente invita all’astensionismo in modo che non venga raggiunto il quorum che, come sappiamo, è determinante per la validità dello stesso referendum. Tutto questo in barba al fatto che i dieci consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise (che rappresentano i due terzi delle regioni costiere) hanno deliberato a favore del referendum anti-trivelle.

    Riguardo al nostro mare Adriatico Senigallia Bene Comune per voce del suo consigliere comunale Giorgio Sartini si era già espressa ritenendo che il vero problema è il non permettere alcuna attività estrattiva o di stoccaggio in nessun punto dell’intero bacino del mare Adriatico. La tipologia del nostro mare infatti è talmente particolare che risulta disporre di grandi risorse economiche, spiagge vellutate, fondali degradanti quasi ovunque lentamente, elevata pescosità e grandi varietà di specie ittiche e molluschi. Non possiamo permettere che il primo incidente di percorso lo distrugga irrimediabilmente per secoli. Ma ai politici tutto questo sembra non interessare (si vedano gli ultimi eventi di politica nazionale) perché si devono accontentare gli interessi economici di poche aziende sfruttando le risorse naturali che sono risorse di proprietà di tutti noi cittadini. Ci permettiamo di citare in questo contesto il giornalista e scrittore Antonio Padellaro che sul Fatto Quotidiano online del 2 aprile scrive:

    “…Senza contare che tutto questo manovrare, manipolare, inquinare e brigare alle spalle dei cittadini mi consente di guardare sotto una nuova luce l’oggetto stesso del referendum. Che oltre all’abrogazione di una norma perniciosa sulla trivellazione permanente delle acque, investe il concetto stesso di bene pubblico, di bene comune, mai come in questi tempi rinnegato e mortificato dalle prepotenze che un governo per i pochi infligge alla democrazia dei molti. Forse il 17 aprile non ce la faremo a vincere ma che almeno questo No (ma sulla scheda bisognerà scrivere Sì) risuoni il più forte e il più chiaro possibile”.

    Questa è anche la nostra posizione e il nostro pensiero.

    Lista Civica Senigallia Bene Comune

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  • Dragaggio del Porto-Canale: a chi spetta?

    foce-fiume-300x225Con nostra interrogazione scritta del 22/02/2016 abbiamo chiesto al Sindaco di conoscere se è stata fatta richiesta scritta, alla Regione Marche o alla Provincia di Ancona, di dragare il tratto finale del fiume Misa, quello che va dal ponte della ferrovia alla foce: quando e quante volte” e se il primo punto è affermativo chiedo copia delle lettere inoltrate e delle eventuali risposte pervenute”.

    Vista la celere risposta, con relativi allegati, pervenuta il 23/02/2016 (prot.n.13279), abbiamo letto con attenzione quanto inviato (si veda l’allegato 1), trovando alcune “sorprese”.

    Prima di analizzare la risposta del Sindaco, va citato l’art. 53 lett. B) della Legge regionale 17/05/1999 n. 10 (“Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli Enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell’ordinamento ed organizzazione amministrativa”) in forza del quale: Sono attribuite ai Comuni le funzioni amministrative concernenti: b) l’esecuzione delle piccole manutenzioni nel settore della difesa del suolo e la pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei torrenti e dei corsi d’acqua”.

    In forza anche di tale legge regionale, venne in pratica attuato il decentramento amministrativo e di fatto il Comune di Senigallia subentrò alla Regione nella gestione dell’area portuale; tale subentro si realizzò con la determinazione dirigenziale n. 990 del 19/07/2002 (allegato 2). La stessa legge regionale è stata poi richiamata nella recentissima determina dirigenziale n. 1006 del 08/10/2015 (allegato 3) riguardante l’affidamento di aggiornamento caratterizzazione sedimenti marini per il dragaggio dell’avamporto e zona imboccatura del porto di Senigallia.

    Fatte queste premesse, passiamo ad analizzare la risposta del Sindaco del 23/02 u.s. per vedere in cosa sono consistite quelle che il primo cittadino ha definito comunicazioni formali ed ufficiali di “pressione politico/amministrativa” affinché i soggetti giuridicamente competenti e responsabili provvedessero a mettere in campo le azioni necessarie all’escavo del porto canale”; ovviamente lasceremo “cadere nel vuoto” le ripetute sollecitazioni verbali sempre finalizzate a caldeggiare con insistenza gli interventi di pulizia del tratto finale del fiume”, di cui nulla potremo mai sapere con certezza. Limitiamoci quindi agli atti ed andiamo a leggerli.

    La prima lettera ufficiale che il Comune di Senigallia invia alla Provincia è del 07/04/2004 (prot. n. 20943) (allegato 4) con cui venne segnalata “la necessità di procedere alla escavazione dei fondali nella parte terminale del Fiume Misa” e, considerando che questa Amministrazione ha realizzato due interventi di escavazione dei fondali, uno nella zona di imboccatura del Porto e l’altro all’interno della darsena peschereccia n. 1, utilizzando i fondi messi a disposizione dalla Regione Marche in attuazione al decentramento amministrativo che trasferisce funzioni e competenze sui Porti direttamente ai Comuni”. E proprio perché il Comune è conscio che “lo scivolamento a valle, come in effetti sta già avvenendo, della enorme quantità di ghiaie e limi presenti accumulatesi nella parte terminale del Fiume Misa” rischia di vanificare gli interventi svolti, l’Ente – anziché diffidare la Provincia dall’intervenire immediatamente, cosa che ogni buon padre di famiglia avrebbe fatto – si limita a chiedere “la disponibilitàa finanziare l’intervento di escavazione dei fondali del tratto terminale del Fiume Misa” e giunge anche a quantificare quello che sarebbe stato il costo: 66.000,00 €. oltre I.V.A.

    Non è dato sapere se la Provincia abbia o meno riscontrato questo “invito alla disponibilità”.

    Con nota del 28/07/2004 (prot.n.2344) l’Ufficio Locale Marittimo di Senigallia scrive direttamente al Comune e per conoscenza alla Regione (ma nulla alla Provincia), richiamando gli interventi del Comune di escavo terminati il 16/06/2004, grazie al quale le quote dei fondali erano di – 3,50 mt, segnalò che “le quote dei fondali si sono ridotti e continuano a ridursi a causa del continuo rilascio di materiale inerte accumulatosi negli anni lungo il canale” (allegato 5). E proprio per ovviare a tale problematica, l’Ufficio Locale Marittimo chiede al Comune di “procedere all’escavo di tutto lo specchio acqueo del canale principale con inizio dal ponte della ferrovia e per tutta la sua lunghezza fino all’imboccatura senza soluzione di continuità”.

    A questa nota, il Comune risponde il 10/08/2004 (prot. n. 47710) rispondendo all’Ufficio Locale Marittimo e per conoscenza alla Regione e, sebbene non tra i destinatari della lettere del 28/07/2004, anche alla Provincia, con cui altro non fa che dichiararsi concorde con quanto segnalato e richiama la lettera del 07/04/2004 (allegato 6).

    Dall’agosto 2004 si passa al dicembre 2011 e, stando a quanto inviato dal Comune, pare di capire che nulla accadde per circa sette anni. Il 07/12/2011, infatti, con raccomandata a.r. (prot. n. 63978) il Comune inoltra alla Regione chiarimenti su alcuni progetti ed evocando il “problema dell’utilizzo del porto canale per l’ormeggio dei natanti da pesca è strettamente connesso alla scarso fondale dello stesso … L’escavo del canale è, oggi, competenza della Provincia la quale è stata più volte sollecitata in tal senso”; premesso che non si cita in base a quale norma la competenza sarebbe stata della Provincia né quanto sarebbero avvenute queste molteplici sollecitazioni, oggi possiamo dire – sulla scorta dei documenti allegati alla risposta del Sindaco – che questi solleciti avvennero sette anni prima (allegato 7).

    Passano cinque mesi ed il 23/05/2012 il Comune scrive alla Regione (prot. n. 26362) facendo presente che il Comune aveva chiesto l’escavo alla Provincia, citando le note del 07/12/2011, del 07/04/2004 e del 10/08/2004, ed evidenziava che l’ente provinciale non aveva risposto alle richieste. Concludeva poi il Comune facendo presente che nel 2008 vi era stato un sopralluogo tra tecnici del Comune e della Provincia al quale però non vi è stato alcun seguito (allegato 8).

    Dal maggio 2012 ad oggi il Comune, purtroppo anche alla luce dell’alluvione del maggio 2014, non è intervenuto direttamente né ha diffidato la Provincia ad intervenire.

    In conclusione, ammesso e non concesso che la competenza all’escavo sia della Provincia, il Comune ha chiesto dal 2004 al 2016 la disponibilità dell’ente provinciale ad intervenire per ben due volte, il 07/04/2004 ed il 10/08/2004, come dire “pressanti e continue richieste”.

    Avremmo gradito meno passerelle, meno tagli di nastri, meno fotografie e più fatti, più diffide, più interventi, più oculatezza nella gestione della cosa pubblica.

    Senigallia Bene Comune
    Giorgio Sartini – Consigliere comunale

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